Monumento alla vela, 1985
Cleto Capponi si è formato prima al Convitto Nazionale di Macerata, all’Accademia d’Arte romana poi. Con l’arruolamento per l’Africa nel 1935 e di seguito in Russia fino al ’42 egli divenne, tra professione e coscrizione, uno dei molti “protagonisti quotidiani” del suo secolo.
Il giovanissimo Cleto si aprì alle ricerche artistiche italiane visitando una mostra, nel 1922, ad Ascoli Piceno: la I Esposizione Futurista, allestita da Ivo Pannaggi (allievo del Bauhaus e redattore con Marinetti e Palladini del Manifesto dell’Arte Meccanica Futurista). La cittadina divenne ospite di grandi nomi, a livelli popolari per i Manifesti, e più snob con il successo dello scandalo e le serate futuriste di Balla, Depero, Sironi, Boccioni, Prampolini e dello stesso Pannaggi.
Capponi, forse non a caso, emerse con il Ritratto. Nel 1934 Primo Carnera, pugilatore icona, si esibì ad Ascoli ed egli lo ritrasse: il lavoro era destinato alla pagina locale del quotidiano Il Messaggero. A Roma la redazione centrale si accorse del talento, e il Carnera finì sulla pagina sportiva nazionale. In conseguenza, l’organo ufficiale del Regime, Il Popolo d’Italia, decise di commissionare al disegnatore propri frontespizi, avviandolo ad una fulminea carriera. Per Popolo d’Italia produsse due serie di immagini: la Galleria di contemporanei, ove figuravano Hindenburg, Roosevelt, Hitler, e la Galleria del Regime, dove si trovarono gli interessanti ritratti di De Bono, Balbo, De Vecchi e così di seguito.
La produzione di Capponi spazió alla pittura ed alla scultura, in uno stile tardo futurista senza innovazioni. L’originalità invece si mostrò nella ricerca del disegno applicato al Ritratto, tra modernità e resa somatica-psicologica: forse, in questo ambito, il capolavoro fu Il Re Vittorioso Vittorio Emanuele.
L’occasione per ammirare in fila i fogli del Popolo d’Italia è stata una mostra ad Ascoli nel 2009-2010. Futurismo inedito – i ritratti nascosti: il merito dell’evento fu di riportare in luce la carriera di uno sperimentatore tardo futurista che, benché minore, meriterebbe almeno un breve opuscolo reperibile sul web. Il materiale esposto ad Ascoli fu organizzato secondo il confronto di Capponi con Balla, Dottori, Monachesi e Pannaggi, riunito dalle collezioni civiche maceratesi con l’Archivio Sante Monachesi di Roma. Oggi, se di questa esperienza si voglia avere un saggio, invitiamo i curiosi ad una gita tra la Pinacoteca civica di Macerata e Via del Babuino 51 a Roma.
Del Capponi scultore rimangono opere visibili: il Monumento al Pescatore all’ingresso del molo sud del porto di San Benedetto del Tronto. Le opere pittoriche, che vanno dal 1936 al 2000, non furono mai esposte.
Molte sono le opere di Cleto Capponi sul territorio piceno: oltre al pescatore, a Grottammare (1979) è il Cristo sulla Croce, all’incrocio tra la SS16 e la Valtesino, distrutto e replicato in ceramica rosata; nel 1985 sul lungomare nord, sempre a Grottammare, propone il Monumento alla Vela, in ferro forgiato e grafitato, su una base rotonda di cemento, che apre le sue vele stilizzate al mare e al vento.
La Chiesa del Cuore Immacolato di Maria (Ascoli Piceno) conserva interessanti opere di arte contemporanea: sulla facciata principale si aprono tre ingressi, di cui il centrale presenta il portone di bronzo realizzato da Aldo Sergiacomi; l’interno, a navata unica, si caratterizza per i grandi pannelli in ceramica modellati da Cleto Capponi e da Giuseppe Marinucci, posti nella parte medio – alta delle pareti.
Disegni e dipinti – Pinacoteca civica, Macerata
Disegni e dipinti – Accademia georgica, Treia (MC)
Monumento del pescatore – San Benedetto del Tronto (AP)
Cristo sulla Croce – Grottammare (AP)
Monumento alla vela – Grottammare (AP)
Pannelli in ceramica modellata – Chiesa del cuore immacolato di Maria, Ascoli Piceno