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Gaetano Carboni

Ascoli Piceno, 1928 – 2015

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Conquiste tecnologiche, 1965

Ha iniziato il tirocinio nella sua città natale con il pittore Dino Ferrari e ha completato gli studi artistici a Roma. Dopo le prime esperienze figurative, effettuate fra il 1940 e il 1950 è giunto negli anni ’60 a un simbolismo “totemico onirico”. Come docente ha insegnato materie artistiche in vari istituti e scuole d’arte statali e ha preso parte a mostre in Italia e all’estero: il Premio Marche ad Ancona, il Premio Michetti a Francavilla a Mare, la rassegna Antifiorino a Firenze, la XIII Quadriennale di Roma, la Fondazione Mastroianni, la XVI Triennale Internazionale d’Arte Sacra di Celano, la mostra itinerante Italia-Spagna, la rassegna di grafica in Polonia (Cracovia).

A conferma che il passare del tempo non aveva esaurito la sua creatività, gli ultimi lavori hanno evidenziato un accentuarsi della componente onirico-fantastica nella sua produzione matura. Approfondendo la tematica dei Profeti, Carboni proponeva nelle ultime opere figure di santi intermediari nei riguardi dei bisogni dell’umanità: sagome dal volto indefinito che galleggiano sospese nei cieli della fantasia, legate fra loro dagli esili fili con cui guidano gli aquiloni. La tavolozza orientata verso una gamma di colori rarefatti e sfumati di azzurro, di violetto e di lilla, ravvivati dall’inserimento di piccole pietre luminose per richiamare la presenza di astri lontani fa pensare alla tipica arte sacra “post post” pre-raffaellita. La circolarità delle tavole fa apparire le immagini come delle visioni celesti ritagliate dalla lente di un cannocchiale con un distacco nel rapportarsi alla quotidianità, di cui coglie soltanto gli aspetti più piacevoli e più congeniali al suo temperamento. 

Parlare di arte sacra in Carboni equivale a ripercorrere l’intera sua vicenda anche se ci si riferisce soprattutto a tre opere “straordinarie”: la limpida e solare “Pesca miracolosa” e le due Crocifissioni dal titolo “Ora nona” e “Tutto è compiuto”.

Gli Anni ’60 sono stati contrassegnati da un succedersi di eventi che l’hanno visto valicare i confini locali e, nel corso degli Anni ’80, le retrospettive si sono moltiplicate fino ad approdare nella Anderson Gallery della School of the Arts di Richmond (U.S.A.) e nella Johnson Museum of Art della Cornell University di New York. Il temperamento innovativo e una singolare grazia interpretativa hanno attirato lo sguardo di critici e storici dell’arte di fama internazionale: particolarmente significativa si è rivelata l’antologica Le epifanie cosmiche curata nel 2010 da Floriano De Santi presso la Galleria d’Arte Contemporanea Osvaldo Licini di Ascoli Piceno. Gli ultimi eventi risalgono al 26 luglio 2014, quando ha presentato il Palio per la Quintana di Agosto; al 28 luglio dello stesso anno, in occasione della personale Aquiloni Profeti Santi, presso la Sala Cola dell’Amatrice, sita nel complesso monumentale di San Francesco ad Ascoli e al 30 luglio 2014 per un coinvolgente incontro nel suo atelier a cura di Arte Picena.

Tutta la sua produzione si è basata su un’immaginazione fantastica “Parasurrealista”; i suoi lavori, tuttavia, sembrano uniti da un filo sericeo, lo stesso che attraversa le tele, passa fra le esili dita di entità sacre e abbraccia l’infinito di un cielo stellato in cui immancabile è indubbiamente la luna, leopardianamente testimone al peregrinare dei personaggi presi in una perpetua indagine introspettiva con la consapevolezza che siamo tutti “fatti della stessa sostanza dei sogni”.

Gaetano Carboni nelle Marche

Dipinti – Biblioteca Mozzi Borgetti, Macerata

Dipinti – Nardyland, Ascoli Piceno

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